Dialet Cabaret

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Di Giovanni Nadiani
Con la voce di Gianni Parmiani

Giovanni Nadiani è stato (ed è) un grande poeta, oltre che saggista e traduttore. Ha cominciato a usare il dialetto romagnolo in poesia fin dai primi anni ’80 e la sua opera poetica si colloca oggi tra le voci più alte: una voce nuova e originale capace di trasformare una “lingua sconfitta” in strumento vivo ed efficace, una “voce critica”, la voce dell’anti-idillio, una voce teatrale.
All’inizio degli anni duemila Giovanni Nadiani incomincia a scrivere dei testi che definisce “storie da caBARet”. Sono testi esilaranti di cui egli stesso diventa efficace interprete.
L’incontro fra Nadiani e Gianni Parmiani è precoce e fulminante:

“Ho avuto la fortuna di incontrare Giovanni in diverse occasioni. L’ho sentito leggere i suoi versi e interpretare i suoi divertenti monologhi. Conservo gelosamente una dedica scrittami su un suo libro e ricordo di una lunga chiacchierata (su poesia e teatro) fatta nell’attesa che cessasse il temporale estivo che lo aveva costretto a interrompere un recital.
Ho sempre letto i suoi testi, in silenzio, tra me e me. Ma è solo da quando ci ha lasciato (nel 2016) che ho cominciato a dargli voce. Perché se, come scrive Giuseppe Bellosi, tutta la sua poesia è destinata essenzialmente alla recitazione, alla lettura ad alta voce, a maggior ragione lo sono questi monologhi pensati per essere interpretati e che fanno parte di quel genere che Nadiani ha definito “DialetCabaret”. Li porto con me ormai da anni questi brevi monologhi. E spesso, in serate e spettacoli, sono felice di proporli e di riproporli, perché ormai Conad Card, Iperspesa, (Ab)buffet, Campione! Open day! e Navigatore… sono diventati dei “classici”, i grandi classici del DialetCabaret di Giovanni Nadiani.” GIANNI PARMIANI

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