La Contessa riceve alle 5

La contessa Isotta ci fa ridere, ma ridiamo come quando ci riflettiamo in uno specchio deformante: in realtà stiamo ridendo di noi stessi.
La contessa Isotta

Isotta, seppur neé contessa della Filòssera, ha due “genitori” letterari ben riconoscibili: Franca Valeri e Alberto Arbasino. Della Franca, o per meglio dire: dei suoi personaggi, Isotta ha l’aplomb perfetto: la signorina snob cade sempre in piedi perché non sa neppure di cadere; la signora Cecioni, poi, nella sua immobilità da afoso pomeriggio romano, è una Sfinge del Tuscolano, una Iside di Centocelle, l’essere parmenideo immutabile fuso con la cornetta telefonica che sostiene e da cui è sostenuta. Dell’Alberto, o per meglio dire: dei personaggi dei suoi romanzi, Fratelli d’Italia in particolare, Isotta ha la verborrea cólta, la fusion culturale ‒ oggi a Salzburg per Die Zauberflöte, domani a San Domenico della Ciocie per la parrocchiale con offerta libera ‒, la capacità sublime di parlare per ore non si sa bene di che cosa ma, certo, con elegante disinvoltura.
Un omaggio, dunque. E, come ogni omaggio che si rispetti, anche una parodia: ma è una parodia che aggirando il comico tocca il tragico. Perché Isotta è il nulla, il vuoto, l’assenza. È la rappresentazione, seppure forzata, di ciò che siamo, tutti, oggi: buchi neri che ingoiano tutto ‒ chiacchiere, riflessioni, passioni e rigetti ‒ e che non restituiscono niente, carte assorbenti esaurite, suoni senza eco. La contessa Isotta ci fa ridere, ma ridiamo come quando ci riflettiamo in uno specchio deformante: in realtà stiamo ridendo di noi stessi.
La contessa riceve alle 5 non è un monologo, piuttosto direi un “dialogo” a una voce. Perché Isotta non parla con se stessa, non rimugina, non si confessa: che si “parli addosso” è un’apparenza. In realtà parla sempre con qualcuno, anche se questo qualcuno non ha diritto di replica. Le sue chiacchiere inarrestabili sono come le ruote di preghiera tibetane: girano su se stesse nella speranza che qualcosa arrivi al cielo. E il cielo in questo caso è il pubblico. Che, fra una franca risata e un sorriso a denti stretti, può decidere se ascoltare o no il messaggio che sta dietro alla cantilena delle parole. Il discorso ininterrotto di Isotta, se non ci fermiamo alle apparenze, è come il rumore della ruota del tempo: può far ridere il suo cigolìo, ma in realtà è la colonna sonora che ci accompagna nel nostro viaggio verso la fine. Di noi? Del mondo in cui ci muoviamo? Non fa nessuna differenza: il nulla, come il vuoto, è quello che è: niente. Ma per viverlo ci tocca riempirlo. E le chiacchiere di Isotta questo fanno…
Loris Pellegrini

La Contessa riceve alle 5
di Loris Pellegrini e Francesca Airaudo
con Francesca Airaudo
direzione tecnica Nevio Cavina
organizzazione generale Città Teatro
costumi, decor, regia Paul Mochrie
Nuova produzione Città Teatro 2020 – con il contributo della Regione Emilia Romagna


Francesca Airaudo
Attrice e cantante, inizia la sua formazione con il professore Arnaldo Picchi al Dams di Bologna (dove si laurea nel 1993) per proseguire alla Scuola di Cultura Teatrale di Riccione diretta da Giorgio Albertazzi. Seguono seminari, laboratori e spettacoli con Bianca Toccafondi, Giuseppe Pambieri, Massimo Foschi, Giovanni Balzaro, Enrique Vargas, Marco Martinelli, Marco Cavicchioli, Eugenio Allegri, Alfonso Santagata, Nicolaj Karpov.
Nel 1994 è tra i soci fondatori de La Compagnia del Serraglio con la quale lavora stabilmente sia alla produzione di spettacoli che alla gestione di rassegne (Teatro Comunale Malatesta di Montefiore Conca, Caffè Teatro a Riccione, ecc.). In questi anni intenso è anche il lavoro sulla drammaturgia contemporanea e sul dialetto romagnolo come lingua teatrale. Nel 2012 è co fondatrice di Città Teatro compagnia di produzione teatrale per la quale lavora come attrice, progettista e formatrice. Dal 2013 Città Teatro gestisce il Teatro Giustiniano Villa di S. Clemente (RN).
Il suo repertorio spazia dal teatro classico al teatro musicale (studia canto jazz dal 1999), dal teatro comico al clown.

Nel cinema partecipa a “Da Zero a Dieci”, regia Luciano Ligabue e “La Signora Enrica”, con Claudia Cardinale, regia Ali Ilhan.

Le pubblicità televisive più recenti sono Vino San Crispino (2010) e Birra Peroni (2012).

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